Anche se confezionati, attenzione a non lasciare i formaggi a contatto con verdure e/o legumi non lavati: potrebbero verificarsi contaminazioni batteriche tra la terra residua presente sui vegetali e il prodotto caseario; al tempo stesso per evitare che gli odori dei formaggi alterino gli altri cibi presenti nel frigo, potrebbe essere utile riporli in contenitori di plastica (prestando attenzione a suddividerli in base alla stagionatura e quindi riporli nel corretto ripiano – vedi punto 1), le fette di formaggio, inoltre, devono essere separate l’una dall’altra e incartate singolarmente per evitare la trasmissione di aromi o muffe.
La chicca: “…i formaggi andrebbero avvolti in pezzuole di lino convenientemente umidificate e, in seguito, disposti a seconda delle tipologie di appartenenza in appositi vassoi coperti da campane di vetro. Tenere il coperchio socchiuso, in modo da consentire all’acqua di condensa di fuoriuscire” (da Formaggio.it). E’ sempre bene tenere a mente che i formaggi freschi vanno incontro ad inacidimento, quindi oltre a seguire la data di scadenza indicata, una volta aperti vanno consumati entro uno- due giorni. La mozzarella va conservata immersa nel suo liquido, se per sbaglio lo avete buttato, potete rimediare diluendo acqua e un po’ di latte. Il gorgonzola, invece, è un formaggio vivo a tutti gli effetti: le muffe che lo caratterizzano, presenti al suo interno, continuano la loro maturazione ed è quindi consigliabile consumarlo in breve tempo, se lasciato troppo a lungo nel frigo tende ad assumere un sapore sempre più forte, quasi piccante. La temperatura ideale dei formaggi a pasta filata (caciotta, provola, scamorza, ecc.) si aggira sui 15-18° e sarebbe quindi auspicabile non metterli in frigo, bensì coprirli con un panno e riporli in una cantina.