Grassi saturi? Non tutti sono uguali e non tutti fanno male

Negli ultimi 30 anni i grassi saturi sono stati spesso demonizzati e considerati nemici della salute. Un nuovo studio pubblicato sul Journal of the American College of Cardiology sta però riaprendo il dibattito attorno a questi acidi grassi, dimostrando come possano svolgere interessanti funzioni per il benessere cardiovascolare e metabolico.

In questa ricerca si sottolinea l’importanza di considerare l’alimento non solo in base ai contenuti nutritivi e al singolo nutriente, ma valutando la biofunzionalità dei suoi nutrienti all’interno del cibo stesso. La sola considerazione della presenza o meno dei grassi saturi è infatti limitante, in quanto la valutazione della matrice alimentare nel complesso, sembrerebbe essere più chiarificatrice per esaminare il suo ruolo benefico.

Una cosa è certa, i grassi saturi non sono tutti uguali. I prodotti caseari ottenuti dai ruminanti, ad esempio, contengono acidi grassi saturi a catena ramificata, i quali hanno un effetto positivo nel controllo del rischio cardiovascolare e metabolico, oltre che per l’importante apporto di calcio. Così lo studio sottolinea l’assenza di evidenti correlazioni tra il consumo di prodotti lattiero-caseari e l’insorgenza di queste patologie, aspetto di cui invece sono stati accusati i latticini in precedenza.

Su un aspetto tutti gli studiosi sono d’accordo: non esiste uno schema alimentare in grado di prevenire problemi di tipo cardiovascolare e metabolico. Il segreto per un’alimentazione corretta e salutare è sempre l’equilibrio: nella dose e nella varietà.

Fonte: Assolatte, Lattendibile

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